“The Beautiful Ones” è il libro memoir scritto a due mani da Prince e Dan Piepenbring, editore della rivista letteraria The Paris Review, pubblicato lo scorso Novembre 2019.
“Voglio dire alla gente di creare. Basta cominciare col creare la propria giornata. Per poi creare la propria vita.”
Il memoir è composto da 280 pagine ed è in formato brossura, è proposto al pubblico al prezzo di 30.00€.
È disponibile in diverse lingue (inglese, italiano, portoghese, spagnolo, francese) sempre con lo stesso titolo.
La versione originale è quella inglese pubblicata dalla casa editrice Spiegel & Grau, un’impronta editoriale appartenente alla Penguin Random House. L’edizione italiana è a cura di Harper Collins.
Prince Rogers Nelson
Prince, pseudonimo di Prince Rogers Nelson, nacque a Minneapolis (Minnesota) il 7 Giugno 1958 ed è stato un cantautore, polistrumentista, attore, ballerino e produttore Statunitense particolarmente in voga negli anni ’80 e ’90.

Il padre di Prince era un pianista e compositore mentre la madre era una cantante jazz, entrambi afro-americani. Il nome d’arte “Prince” deriva dal nome d’arte del padre “Prince Rogers” e dall’omonima band in cui suonava: “Prince Rogers Trio”.
La Carriera Artistica
Con 52 album pubblicati, durante la sua carriera ha sfornato grandi successi quali “Kiss”, “Purple Rain”, “I Wanna Be Your Lover”, “1999”, “When Doves Cry”, “The Beautiful Ones”, “Let’s Go Crazy”, “Controversy”, “Nothing Compares 2 U” e molti altri ancora.
È stato inoltre il protagonista del film “Purple Rain” del 1984, film omonimo al suo brano di maggior successo, al quale ha scritto la colonna sonora, interpretandola con la sua band dell’epoca “Prince and The Revolution”.
Lo Stile ed i Successi
Il suo stile musicale, innovativo per quegli anni, include una varietà di generi fra i quali: funk, rhythm ‘n blues, rock, new wave, soul, psichedelico e pop. Verso la fine degli anni ’70, è stato il pioniere del Minneapolis Sound (Minneapolis Groove) con il suo funk rock, un sottogenere che prende radici dal new wave e dal Synth-pop.
Ha vinto numerosi premi tra cui: sette Grammy Award, sette Brit Award, sei American Music Award, quattro MTV Video Music Award, un Accademy Award ed un Golden Globe Award.
È presente nella Rock and Roll Hall of Fame, nella UK Music Hall of Fame e nella Rhythm ‘n Blues Hall of Fame.
Nel 2004 la rivista Rolling Stones l’ha inserito al 27esimo posto nella lista dei 100 migliori artisti, al 30esimo della lista dei migliori cantanti di sempre ed al 34esimo posto fra i 100 migliori chitarristi di sempre.
Ha ricevuto, nel 2016, una laurea ad honorem in lettere da parte dell’Università del Minnesota.
The Beautiful Ones, il libro memoir di Prince

Come vi avevo anticipato nelle prime righe “The Beautiful Ones”, il libro di Prince, è co-scritto: Dan Piepenbring incontrò Prince tre mesi prima del suo decesso e, l’artista, aveva espresso il suo desiderio di voler scrivere un memoir.
I due iniziarono a collaborare assieme per creare “The Beautiful Ones”: un memoir contenente tutti i ricordi del padre del Minneapolis Sound, dove le due voci narranti, sebbene inizialmente distanti, si fondono assieme.
Purtroppo però, Prince morì solo alcuni mesi dopo il loro primo incontro, quando ancora non erano state create numerose bozze su come sarebbe dovuto uscire il memoir. Per questo motivo, Piepenbring ha cercato di ricreare qualcosa che fosse il più fedele possibile alle volontà che l’artista aveva espresso in quei mesi di frequentazione.
Affinché il lettore comprendesse appieno il volere del musicista, “The Beautiful Ones” comincia con un commovente prologo scritto da Piepenbring, nel quale descrive i mesi di collaborazione, le telefonate, il rapporto ed i dialoghi avvenuti tra i due, sottolineando anche le ambizioni di Prince nei confronti del libro.
Nelle pagine a seguire, Dan lascia la penna ai racconti di Prince, includendo nel libro le pagine originali scritte di suo pugno.
Nella trascrizione delle pagine, viene lasciato intatto anche lo stile di scrittura di Prince, composto principalmente da slang.

Il memoir è suddiviso in: prologo scritto da Dan, i racconti di Prince ed una sezione finale contenente una raccolta di foto (con descrizioni e citazioni da interviste).
I racconti di Prince costituiscono sette parti brevi in cui l’artista parla «a ruota libera» ed a tutto tondo della sua infanzia, a volte con tono ironico; partendo dal suo primo ricordo di vita, gli occhi di sua madre, fino ad arrivare alla pubertà.
La parte in cui ho riso di più è stata quella in cui descrive una delle sue prime ragazze che gli sono piaciute (notare lo slang nella citazione a seguire).
Alla fine vinse Debbie.
Mi piaceva per parecchie ragioni.#1 della lista: la sua acconciatura afro. Era perfettamente rotonda & molto voluminosa. […]
#2 Debbie aveva l’acne. Ce l’avevo anch’io, ma non così grave & la rendeva abbastanza vulnerabile da Sre avvicinabile & non fuori dalla portata di un fratello come me.
#3 Era robusta come una casa di mattoni, & anche se la colonna sonora con “Brick House” [dei Commodores, N.d.T.] non era ancora uscita, conoscevamo il significato di quell’espressione.
Prince, The Beautiful Ones — 7. South-Side pp. 112
Più di una volta ho pensato che sembrava di leggere il diario di un adolescente, sebbene gli appunti fossero stati scritti in età avanzata.
La sezione finale contenente numerose foto a colori, si rifà agli anni di maggior successo dell’artista. Numerose sono le foto scattate per EP e propaganda, alcune con personaggi famosi.
Vi sono inoltre scalette e pezzi di canzoni, alcune non prodotte.
Propaganda. Mercie, un’amichetta conosciuta ad una festa alla quale piaceva la musica. Perlomeno “Skin Tight” degli Ohio Players.
Il libro mi è piaciuto molto perché emerge una figura completamente inedita e spontanea rispetto al volto noto al grande pubblico.
Se i testi dei suoi pezzi sono provocatori e le interviste l’hanno dipinto come una figura mistica, in questo memoir ne esce tutt’altro: la semplicità, l’umanità, l’attaccamento ai ricordi d’infanzia (sebbene decantasse il contrario), la smisurata precisione e dedizione per il lavoro che l’hanno contraddistinto.
Dan ha ricostruito gli anni mancanti alle prime pagine di diario come se fosse un puzzle, spulciando tra gli archivi fotografici di P e non poteva uscirne lavoro migliore.
Lo consiglio a fan e non che vogliono andare oltre a quegli stivaletti con plateau ed a quei completini abbinati color viola Love Symbol #2.
In concomitanza con l’uscita del memoir “The Beautiful Ones”, Dan Piepenbring ha rilasciato un’intervista per la rivista The Paris Review in merito al libro ed alcuni suoi pensieri. Potete leggerla qui.
The Beautiful Ones è acquistabile su Amazon, online ed in libreria.