Barcellona è una metropoli Spagnola, nel vero senso del termine, capoluogo della Catalogna, comunità autonoma della parte sud-orientale dello Stato.
Soprannominata Ciudad Condal o Ciutat Conital (Città dei Conti), è la seconda città della Spagna per numero di abitanti dopo la capitale Madrid; conta circa 1.602.386 abitanti (fonte wikipedia.org).
Barcellona è nota anche per i Giochi Olimpici del 1992, il Forum Universale delle Culture del 2004, l’Esposizione Internazionale dal 1888 al 1929 ed è sede fissa dell’Unione del Mediterraneo e dell’evento hi-tech primaverile: Mobile World Congress.
Un po’ di Geografia e di Temperature Climatiche
Essendo situata nella Spagna orientale, si affaccia sul Mediterraneo, ai piedi dei Pirenei. Il monte più alto è il Monte Tibidabo, della catena dei Monti della Collserola, ed ha altezza pari a 516,2mt.
Un altro promontorio minore è quello del Montjuïc (180m) che è una collina situata nei pressi del porto.
Il clima di Barcellona, ed un po’ quello di tutta la Catalogna, è il classico clima Mediterraneo con inverni umidi e temperati ed estati aride. Gennaio e febbraio i mesi più freddi, luglio ed agosto i più caldi.
Barcellona, artisticamente, è rappresentata da Antoni Gaudì (1852/1926), architetto Spagnolo, massimo esponente del modernismo catalano – costruzioni moderniste sono proprio i tipici edifici di Barcellona, come Casa Battlò, Casa Milà, La Sagrada – ed è definito il “plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro”. Gli stabili disegnati da lui, tutt’ora, rendono quest’area della Spagna unica le donano una indole di carattere che la contraddistingue da molte altre città europee.
Ho avuto il piacere di poter visitare Barcellona lo scorso marzo, in occasione del Mobile World Congress, e sono stata piacevolmente colpita.
Lancio una frecciatina a favore della Spagna: la cultura Spagnola mi affascina sin da piccolina, quando ho studiato spagnolo a scuola (lo Spagnolo è la mia lingua preferita, senza ombra di dubbio!); devo ammettere che la loro tradizione, il loro modo di prendere e vivere la vita mi intriga non poco. Per loro è normale andare a correre in città verso le nove di sera (cosa improponibile dove vivo attualmente), mangiare alle 11 (è anche presto) ed essere sempre e costantemente “en fiesta”!
Direi che è un paese pacifico sotto molti punti di vista, dove regna la “sciallezza”, cosa che non dispiace proprio.
(Vi racconto un po’ come ho vissuto) La mia Barcelona
Barcellona comprende una vasta area territoriale ed io mi sono spostata prevalentemente a piedi; ho preso un’unica volta la metro per muovermi (per raggiungere degli amici in una parte sconosciuta, di sera.. altre due volte per raggiungere l’autobus A/R aeroporto) su 5 giorni di permanenza, eppure ce l’ho fatta ad arrivare ovunque! Sono un po’ come il prezzemolo!
Giungendo dall’aeroporto, l’approccio non è stato dei migliori perché dall’autobus si vedevano solo, oltre al nulla assoluto, immense distese di erba secca e nella mia mente ‘albeggiava’ un bel “ma dove sono capitata?”, ho avuto timore.
(Che il resto della Spagna sia così? Chiederete voi! Questo non lo so, lo scoprirò nei miei prossimi viaggi)
Ma tutto questo timore, è svanito molto presto, non temete!
Difatti, non appena ho messo piede a Plaça España, tutte le mie paure sono magicamente svanite.
Sarà che mi ritengo una persona fortunella, sarà stato il caso, io non lo so, fatto sta che dopo 700mt e qualche foto al colossale St. Montjuïc, dietro di me s’è aperto il mondo (oltre il mio cuore): ho visto le fontane della piazza esprimersi al massimo della loro potenza, immerse in un arcobaleno di colori, danzare al suon di “I Want to Break Free” dei Queen.
- Consiglio per chi volesse visitare Barcelona: armatevi di pazienza, informatevi sulle date e gli orari di questi spettacoli (fontana di St. Montjuïc) perché è qualcosa di emozionante ed imperdibile.
Alloggiavo in una posizione piuttosto centrale: “La Rambla”, ma.. Arrivarci alla Rambla!
Era sera, mi son trovata davanti il mare di persone e non sapevo neanche in quale angolo dovevo girare (evviva l’organizzazione!). Mi son sentita persa.
Una volta sbarcata a destinazione, ho posato le mie cose, non ho esistato un attimo, sono subito corsa fuori per godermi ciò che mi circondava e per scoprire tutto ciò che c’era da scoprire in quel momento.
Partendo proprio dalla Rambla è un viale lungo (1km e 400mt) suggestivo e caratteristico, specialmente di sera: 24h su 24 ci passa sempre un fiume di persone (chi va a fare festa, chi va a mangiare, chi ci passa per lavoro, la Rambla non dorme mai!).
È sicuramente uno dei luoghi più emblematici della città, il nome ha origini arabe: “raml” significa “sabbia” e designa, come altre città spagnole, una strada ricavata da un corso d’acqua asciutto, interrato e coperto.
Durante il giorno, essa è colma di chioschetti e bancarelle che vendono di tutto un po’: dai souvenir ai giornali, dai fiori alle crepes più sbalorditive che ci siano!
È linfa vitale questo posto.
Inoltre, in una laterale, ogni giorno c’è il mercato nel quale si può trovare pesce fresco, frutta, verdura, dolciumi e cibi tipici. Questo mercato è molto famoso e frequentato fino all’ora di chiusura (che può anche essere a tarda sera, in base al giorno).
La Ramala si “estende” sia inferiormente che superiormente: la parte inferiore, cioè verso “sud”, c’è il vero e proprio “ramo” di Rambla acquatica (la “Rambla del Mar”, meglio noto come l’Antico Porto – Port Vell -) una zona “straripante” di barche ammirabili sia da terraferma che da un ponte di legno mobile, il quale si apre e si chiude per far passare alcune barche in entrata o in uscita. Nella parte superiore, a “nord”, troviamo Plaça Catalunya; una piazza enorme dove ci sono numerosi stabili con negozi di rilievo (è questo il caso di Apple Store, Hard Rock Cafè, Desigual, Samsung, Fnac etc..).
Sempre lungo la Ramala vi è un consistente numero di locali: Starbucks, per gli amanti del “non-caffè”, fast food come Mc Donald’s, KFC, mentre nelle viette più interne abbiamo panifici, ristoranti, pub e bar che offrono piatti tradizionali a prezzi normali (è cosa buona è giusta avventurarsi alla ricerca di questi locali ma attenzione a girovagare da soli, Barcellona è una metropoli vera e propria, dopo una certa ora è poco raccomandabile andare a zonzo da soli, ahimè!).
Altra area di notevole importanza, a mio avviso, è “La Barceloneta”, ossia la spiaggia di Barcellona: questa baia dalla sabbia non troppo sottile e dal color dorato del sole, ospita nudisti, architetture moderniste ed Hotel di lusso sfrenato.
Fa molto scalpore.
In Barceloneta sono molteplici le persone che fanno jogging, perché vi è un passaggio pedonale che è una favola. Va a nozze con ciclisti, pedoni, skater e runner; permette loro di ammirare allegramente il paesaggio da me sopracitato.
L’acqua del mare è discreta, a marzo non erano presenti alghe o elementi marini di forme ignote; certo è che non ci si può aspettare l’acqua della Costa Azzurra, di Zanzibar o di chissà quale isola del Pacifico, d’altro canto non possiamo neanche biasimarla.
La Barceloneta è raggiungibile tramite el “Ronda Litoral”, uno stradone enorme ortogonale la Ramala.
Proseguendo il nostro cammino culturale, lasciandoci alle spalle tutto questo relax, possiamo arrivare all’Arc De Triomphe, già anche Barcellona ne ha uno, (una costruzione in stile “mudejar” – riferimento al mondo mussulmano – alto 30mt, costruito nel 1888 in occasione dell’ “Esposizione Universale” per fungere da porta d’accesso al sito espositivo) allocato nel bel mezzo di una lunga via (all’incrocio tra il “Passeig de Lluís Companys” e il “Passeig de Sant Joan”), circondata da verde e palme rigogliose.
Continuando verso nord, passeggiando un pochino, saltando tra le strisce pedonali della “Diagonal”, una grossa strada, inaspettatamente ci troveremo di fronte alla famosissima “Sagrada Familia”.
La Sagrada Família (ed il Mondo del Gaudí)
La Sagrada Família (ossia “Il Tempio Espiatorio della Sacra Famiglia”) è una grande basilica, attualmente ancora in fase di costruzione, sempre di Gaudí. I lavori cominciarono nel 1882, inizialmente in stile neo-gotico (di neo-gotico, per intenderci, abbiamo il Pedrocchi di Padova, le guglie del Duomo Di Milano, la facciata di St. Maria in Fiore a Firenze etc.) ma non appena prese le redini il grande progettista Gaudí, nel 1883, diede una grande svolta ai piani; egli per il resto della vita si dedicò alla realizzazione di questa Chiesa.
Quest’opera, secondo alcuni, potrebbe essere completata nel 2026; i lavori procedono da ben 133 anni in maniera discontinua, a causa del dipendere dal flusso delle donazioni. La chiesa è comunque stata consacrata nel novembre 2010, sebbene fosse in fase di costruzione.
Navigando di qualche km verso nord, ancora, salendo un paio di scalini (tra cui anche qualche scala mobile nel bel mezzo di una salita tra i pineti) scorgeremo (ovviamente, non sbagliando strada) finalmente Parc Güell, dove si potrà contemplare tutta la spettacolare Barcellona.
Parc Güell, anch’esso di Gaudí, è un parco che appare nei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Fu progettato agli inizi del 900 e sarebbe dovuto diventare una città-giardino.
È un parco pubblico, con l’area dedicata alla zona monumentale a pagamento. Al suo interno vi è un museo cielo aperto, visitabile tutto l’anno. Esso è uno dei monumenti-simbolo della città catalana. Come la Sagrada, ha una elevata frequentazione turistica.
La sua forma particolare, tipica del modernismo catalano, è data dal fatto che Gaudí cercò di mantenere l’andamento naturale del terreno in rilievo, adattandosi e dando sfogo alla sua creatività ed immaginazione.
Numerose sono le decorazioni, create con ceramiche, vetri, mosaici colorati, sculture in calcestruzzo i quali raffigurano un universo di animali fantastici.
Scivolando verso casa, sempre a piedi, ci imbatteremo nella visione di edifici imponenti e stravaganti quali: “La Pedrera”, conosciuta anche con il nome di “Casa Milà” e “Casa Batllò”, individuabile dalle mille maschere carnevalesche e coloratissime appiccicate perfettamente all’estreno, le quali rendono la composizione spaziale. Entrambe, dichiarate dall’UNESCO, sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità (la prima lo è dal 1984, la seconda dal 2005).
Casa Milà, o La Pedrera (cava di pietra), fu costruita dal 1905 al 1912.
Nel 1904 Antoni Gaudí ricevette l’incarico di restaurare il palazzo, sito al civico 43 del Passeig de Gràcia, acquistato l’anno precedente da un altolocato industriale del settore tessile, Josep Battlò. Il quartiere era il cuore dell’alta Borghesia Catalana, sede di questi palazzi spettacolari.
Nel giro di 3 anni, nel 1907, Gaudí rifece l’intera facciata principale modificandone notevolmente l’aspetto. Inoltre, ampliò il cortile centrale ed elevò l’edificio con la costruzione di altri due piani prima inesistenti.
Al piano terra sorgevano le scuderie, al primo piano “l’appartamento” della casa dei nobili proprietari, mentre nei rimanenti piani (4, teoricamente) furono ricavati degli appartamenti destinati ad essere affittati (2 appartamenti per piano di 200m² ciascuno), più la soffitta ed il terrazzo.
È stata una sfida, principalmente, perché all’inizio lo stabile era molto piccolino, stretto, allungato, dalla forma rettangolare.
Attualmente rimane un’opera d’arte dal valore inestimabile.